Chimamanda Ngozi Adichie. Può non essere semplice memorizzarlo. Chimamanda Ngozi Adichie. Ma necessario. Perché? Perché questo è il nome della principessa del mondo letterario, icona della lotta al sessismo e al razzismo, la donna che ha rifondato l’idea contemporanea di femminismo.
Basterebbe aprire una pagina a caso di uno dei suoi libri, ma io ve li svelo lo stesso. Ecco i 15 motivi che vi faranno innamorare di una scrittrice femminista:
- Si definisce: Femminista Felice Africana Che Non Odia Gli Uomini e Che Ama Mettere il Rossetto e i Tacchi.
- Nata nel 1977 a Enugu, in Nigeria, appartiene all’etnia igbo.
- Ha scritto tre romanzi – Ibisco viola, Metà di un sole giallo e Americanah – e una raccolta di racconti – Quella cosa intorno al collo.
- Di lei Chinua Achebe (1930 – 2013), capostipite degli scrittori africani in lingua inglese, ha detto che «possiede il dono degli antichi cantastorie».
- Proprio come Ifem, la protagonista di Americanah, anche Chimamanda ha studiato in Nigeria – Nsukka – per poi partire alla volta degli Stati Uniti.
- Da Beyoncé a Dior: nel 2012 Chimamanda ha tenuto una TEDx dal titolo We should all be feminists. Parte del discorso è confluita nella canzone Flawless e sulle passerelle della prima collezione di Maria Grazia Chiuri. La conferenza – dopo aver ottenuto 9 milioni di visualizzazioni – è stata pubblicata nel pamphlet Dovremmo essere tutti femministi.
- È sempre stata saggia. Da bambina i parenti e gli amici le affibiano il soprannome di «old lady».
- Ha scritto, sotto forma di post su Facebook, una lettera – diventata poi libro: Cara Ijeawele. Quindici consigli per crescere una figlia femminista.
- Nonostante il suo impegno nelle battaglie sociali, non è mai entrata in politica. «Non credo sia necessario che uno scrittore se ne occupi, ma si dà il caso che io alla politica sia interessata e voglio scriverne per umanizzarla».
- È stata citata in una puntata dei Simpson.
- Si divide tra gli Stati Uniti e la Nigeria, più precisamente Lagos «una metropoli di quasi venti milioni di abitanti, con più energia creativa di Londra e più spirito imprenditoriale di New York».
- Ha scritto un editoriale sulla depressione. La sua. È rimasto in rete solo 3 ore prima che lei stessa si pentisse e decidesse di eliminarlo.
- Nel 2015, in Svezia, tutti gli studenti del penultimo anno delle scuole superiori hanno ricevuto una copia gratuita di Dovremmo essere tutti femministi.
- Su Trump non ha dubbi: «Tanti immigrati hanno capito che la democrazia americana è molto più fragile di quanto credevano».
- Time Magazine l’ha annoverata tra le cento persone più influenti del pianeta.
Non dire mai a tua figlia che deve fare una cosa o che non la deve fare «perché sei una femmina». «Perché sei una femmina» non è mai una buona ragione. In nessun caso.