L’estate dei dieci anni, un momento di passaggio. Un uomo, ormai maturo, ripensa a quegli istanti e ai cambiamenti avvenuti, quando, per la prima volta, l’età si scrive a due cifre. Sono questi gli elementi portanti de I pesci non chiudono gli occhi (Feltrinelli, pp. 115, 7 euro), poesia scritta in prosa da Erri De Luca, autore napoletano dotato di delicatezza e unicità narrativa.
In queste poche pagine, vi verrà narrata una storia che sa di mare, che vi ricorderà l’urgenza di diventare grandi che avevamo da piccoli e la scoperta, dolcissima ed estraniante, del verbo amare. La scrittura di De Luca è puntuale, evocativa. Un testo pregno di odori, suoni e rumori: perché leggendo I pesci non chiudono gli occhi sentirete il sapore di salsedine, la sabbia fra le dita, il sole accecante sul volto.
In queste poche pagine, vi verrà narrata una storia che sa di mare, che vi ricorderà l’urgenza di diventare grandi che avevamo da piccoli e la scoperta, dolcissima ed estraniante, del verbo amare.
Assaporerete, insieme al protagonista, sensazioni che credevate dimenticate ma che, per la loro universalità, vi ritorneranno in mente con la stessa facilità di quando si ricorda una vecchia canzone. E vi farà sorridere la sua ingenuità. Ma sarà un sorriso benevolo, pieno di tenerezza, perché, in parte, riuscirà a ricordarvi voi stessi.