Quattro personaggi: Marian, John, Lyle e Robert. E un’ombra, più che mai viva nei ricordi dei presenti: Tony, l’amante e compagno di Lyle. Il weekend (Adelphi, traduzione di Gilberto Oneto, pp. 177, 16 euro) – che dà il nome al romanzo – coincide con il primo anniversario della scomparsa di Tony. L’arrivo di Robert, nuova fiamma di Lyle, scatenerà un effetto domino nei personaggi portando a conseguenze, forse, irreparabili.
Il teatro che fa da sfondo alle vicende è quello della ridente campagna, dove tutto sembra calmo e in armonia con la natura. La scelta dell’ambientazione non è causale: la contrapposizione tra l’amenità del paesaggio e il tumulto interiore dei protagonisti è evidente. Peter Cameron riesce a tessere un racconto intimo, ma dirompente nel suo analizzare al microscopio emozioni, il non detto dei quattro protagonisti che, irrimediabilmente, esplode.
Una storia semplice eppure complessa nel suo descrivere un caleidoscopio di emozioni e sentimenti. Quattro personaggi: Marian, John, Lyle e Robert. E un’ombra, più che mai viva nei ricordi dei presenti: Tony, l’amante e compagno di Lyle.
Quanto sono veri i legami che ci uniscono alle persone che crediamo a noi vicine? È possibile che un weekend – due soli giorni nel corso della nostra vita – distrugga per sempre ciò che pensavamo fosse costruito solidamente? Cameron non dà risposte. Invita il lettore a porsi delle domande. E lo fa magistralmente.