Le cinque cose che (forse) non sapete su Alda Merini.
- Alda nasce insieme alla primavera del 1931: «Sono nata il ventuno a primavera / ma non sapevo che nascere folle, / aprire le zolle / potesse scatenar tempesta».
- Alda aveva quindici anni quando tornò a casa con la prima recensione a una sua poesia. Il padre, dopo avergliela strappata dalle mani, la fece in mille pezzi. «Ascoltami cara, – le disse. – La poesia non dà il pane».
- Alda è stata una solitaria fin da giovane. «È sempre quella dei tortelli rotti questa qua», diceva la madre di lei. Stava rinchiusa nella sua stanza, voleva leggere sempre, qualsiasi cosa. Per lei esistevano soltanto le parole.
- Alda ha trascorso quasi dieci anni della sua vita da internata. Dal ’65 al ’72 al Paolo Pini di Milano; dal ’83 all’86 presso l’ospedale psichiatrico di Taranto.
- Alda è stata – ed è tuttora – la poetessa dei Navigli. Alla fine degli anni Ottanta la si poteva trovare al caffè-libreria Chimera, poco distante da casa sua, a offrire caffè e dattiloscritti.
Tutto il resto che c’è da (ri)scoprire sulla «poetessa degli Ultimi», una delle artiste più controverse del Novecento, lo potete trovare giovedì 13 aprile, alle 21, al Circolo dei lettori di Torino.
A raccontarla, parole e immagini, sono lo scrittore Paolo Di Paolo e l’illustratrice Silvia Rocchi in una serata – l’ultima di questo ciclo di incontri – che promette sorprese, e che vi farà ballare sotto luci stroboscopiche. Con Davide Ferraris, Sara Lanfranco e la sottoscritta per parlare di libri come piace a noi*.
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