Shirley Jackson – che amava dire di essere una STREGA – nasce a San Francisco il 14 dicembre 1916. Spesso mentiva sulla sua data di nascita, affermando di essere del 1919. Non voleva si sapesse che era più vecchia del marito. A 20 anni, dopo essersi ritirata dagli studi a causa della depressione, si prefigge di scrivere almeno mille parole al giorno. Lo farà fino al giorno della sua morte.
Fin da bambina Shirley soffre per le critiche della madre: la sua colpa? Essere brutta. Il suo rifugio? Le storie. Riprende gli studi nel 1940, si laurea in lingua e letteratura inglese e sposa Stanley Hyman, critico letterario. Anche in età adulta non mancheranno le critiche. E il matrimonio non sarà certo dei più felici: Hyman si rivela maschilista, retrogrado e traditore. Con la nascita del primo dei quattro figli, la coppia si trasferisce in Vermont.
Nel 1948 appare un suo racconto sul New Yorker: La lotteria. Diventa il racconto in risposta al quale il New Yorker ha ricevuto il maggior numero di lettere da quando è stato fondato. Nel 1959 Shirley scrive L’incubo di Hill House, ritenuto uno dei più importanti racconti di fantasmi della letteratura del XX secolo. Sì, stiamo parlando di QUELLA Hill House.
Abusa di alcol, tranquillanti e anfetamine. Nel 1962, poco dopo aver pubblicato Abbiamo sempre vissuto nel castello, ha un esaurimento nervoso. Si rinchiude in casa per sei mesi. Shirley Jackson muore all’età di 48 anni, nel sonno. Ma le sue storie di fantasmi, case stregate e vicini sospetti avrebbero popolato i nostri incubi per tutti gli anni a seguire…