Avere vent’anni: i sogni, le paure, gli amori, il sesso, la rabbia, il futuro. C’è tutto e molto di più in questi due romanzi: Persone normali di Sally Rooney e Falsa partenza di Marion Messina. Ma andiamo con ordine.
Marianne e Connell – i protagonisti di Persone normali – sono due anime che si sono riconosciute, anche se da fuori nessuno potrebbe dirlo. Frequentano la stessa scuola a Carricklea, un paesino sperduto dell’Irlanda rurale. Marianne è ricca, Connell povero – tanto che la madre di lui lavora come domestica per la famiglia di lei. Cos’è che li separa esattamente? Gli squilibri di classe e di potere? Il destino? O solo la vita? Negli anni in cui li seguiamo – dalle superiori quando lui è il figo che gioca nella squadra di calcio e lei la stramba che legge Proust davanti agli armadietti, fino al Trinity College, lontani o vicini che siano – Marianne e Conell si prendono, si lasciano, si amano, si feriscono. Scoprendo che in qualsiasi modo vada a finire ci saranno sempre l’uno per l’altra. E che, forse, non sono storti loro. Sono solo due persone normali.
Anche Aurélie – la protagonista di Falsa partenza – ha vent’anni. Anche lei viene dalla provincia: da una famiglia di operai che, tra mille sacrifici, l’ha fatta studiare. Sogna la capitale, Parigi, ed è lì che incontrerà Alejandro. Coetaneo colombiano, credeva nell’Europa come a una terra promessa – eppure si è trovato addosso solo l’etichetta di immigrato. L’amore li travolge. Ma come li può ridurre una passione che brucia così violentemente? Servirebbe un lavoro, qualche soldo, una sicurezza che, se hai vent’anni negli anni Dieci del nuovo millennio, non avrai mai.
Ho amato alla follia entrambi i romanzi (e sì, anche la serie tv – una delle migliori trasposizioni degli ultimi anni): la dolcezza di Rooney e la spietatezza di Messina mi hanno restituito tutta la complessità di chi ha il futuro davanti agli occhi. Brucia come il sole, a volte lascia ciechi, ma che bello sentirlo sulla pelle.
