Nato nel salotto letterario di Maria e Goffredo Bellonci con lo zampino di Guido Alberti – produttore del giallo Liquore Strega che dà il nome al Premio –, lo Strega è il più prestigioso e chiacchierato riconoscimento letterario italiano. Viene assegnato ogni anno dagli Amici della domenica, un gruppo di «giornalisti, scrittori, artisti, letterati, gente di ogni partito» come ebbe a dire proprio Maria Bellonci. Insieme al Campiello lo Strega è, di fatto, l’unico premio italiano che può cambiare non soltanto le sorti di un libro, ma far decollare la carriera di uno scrittore.
Questa edizione del Premio è la settantunesima, e da tre anni Diana D’Ambrosio – bookblogger e lettrice appassionata, fondatrice del blog Non riesco a saziarmi di libri – porta avanti un progetto parallelo che ha fatto il giro della rete. Ne parliamo proprio con l’ideatrice.
«Stregathon, il nuovo sport dei lettori forti». Ci racconti cos’è?
Lo Stregathon è una maratona letteraria che vede coinvolti per tre mesi un gruppo agguerritissimo di lettori forti che ogni anno sceglie di mettersi alla prova con i candidati al Premio Strega. L’idea è quella di sfatare il mito secondo il quale la letteratura italiana è morta e che quello che viene pubblicato è pura autocelebrazione. Gli italiani tendono a essere esterofili anche nelle letture e molto spesso non si rendono conto che quei temi che tanto amano nella letteratura sudamericana o in quella anglofona, sono ben rappresentati anche in quella del loro Paese e anzi, a volte, risulta molto più audace e sperimentale. Sebbene da anni sia considerato anacronistico, Il Premio Strega riesce a dar voce ai classici di domani, ma non sempre viene ascoltato. Lo Stregathon quindi vuole esserne una sorta di megafono, che servendosi del web 2.0 e del passaparola dei lettori, prova a sfatare miti e a far conoscere voci e volti dei futuri classici.
Siamo ormai al terzo anno in cui decidi di portare avanti questa maratona letteraria. Com’è nata e come si è evoluta nel tempo?
Lo Stregathon nasce dalla mia insaziabile curiosità e dalla mia stessa tardiva scoperta della letteratura italiana contemporanea. Grazie al blog e ai vari progetti letterari che mi hanno vista coinvolta negli anni, ho conosciuto diversi autori italiani, spesso miei coetanei, dotati di grandissimo talento. L’attenzione quindi si è focalizzata verso queste voci contemporanee che per anni ho ignorato in libreria. Il Premio Strega quindi è stata per me la guida che mi ha permesso di orientarmi in questo mondo sconosciuto. Negli anni lo Stregathon, con mia gioia e sorpresa, è diventata la maratona dei lettori e non più solo la mia maratona. Sono sempre di più le persone che da febbraio si preparano, che fanno pronostici e si divertono a fiutare i possibili candidati. Per questo motivo quest’anno anno ho scelto di separare la maratona dai miei profili e creare degli spazi di condivisione e confronto dedicati ai protagonisti dello Stregathon: i lettori! Da semplice maratona di una blogger come tante, si è quindi trasformato in un contenitore di idee e portatore di confronto e bibliodiversità.
Tra i cambiamenti possibili, ci sarà un maggior coinvolgimento della Fondazione Bellonci?
Mi piacerebbe tantissimo coinvolgere la Fondazione, in particolare studiando con loro una serie di contenuti che spieghino i meccanismi e la storia del Premio, video che raccontino i volti che si celano dietro le porte di Casa Bellonci, contenuti dedicati alle storie meravigliose che nel corso del tempo hanno vinto. La poca comunicazione dell’editoria in generale, e del Premio in particolare, ha portato i lettori a essere diffidenti e gli addetti ai lavori a chiudersi in una torre d’avorio inaccessibile. Sicuramente Stefano Petrocchi negli anni si è dimostrato molto più aperto dei suoi predecessori, ma ad oggi le azioni di comunicazione innovative sono state fatte solo verso i lettori giovanissimi grazie al Premio Strega ragazzi e ragazze. Per certi versi lo Stregathon funziona perché dà voce ai lettori e permette loro di entrare a far parte di un mondo che vede lontano. L’unione degli Stregathoneti con la Fondazione Bellonci potrebbe rappresentare una rivoluzione senza precedenti! Chissà se per il quarto anno non riusciamo a organizzare qualcosa…
Tre autori che hai scoperto durante questo progetto e che ti accompagnano anche adesso.
Sicuramente Paolo Cognetti, conosciuto durante la sua prima partecipazione al Premio Strega. Il suo sguardo è qualcosa che difficilmente dimenticherò. Scoperta dello scorso anno è Demetrio Paolin, scrittore raffinato e coraggioso. Autore che amo da sempre e che difenderò contro ogni detrattore è Nicola Lagioia, lui è un classico di domani.
Pronostici per quest’anno?
La mia cinquina ideale è composta da: Ciabatti, Cognetti, Dato, Marasco e Tetti. In generale, visto il livello dei romanzi scelti, la battaglia sarà all’ultimo voto!